Serata Ospiti: Incontro con Paolo Siccardi
Paolo Siccardi, 54 anni, photoreporter, ha iniziato a lavorare a Torino – la sua città – alla fine degli Anni di piombo. Ha seguito i processi per terrorismo, gli scioperi, gli scontri nelle piazze. Nel 1986 il primo reportage internazionale: tre mesi in Afghanistan al fianco dei Mujaheddin in lotta contro l’invasione russa. Poi è stata la volta della Guerra del Golfo in Iraq, la Siria, il Sud Sudan, Gaza, la Palestina, l’Ucraina. Per dieci anni ha inoltre documentato il conflitto nei Balcani e il crollo dei Paesi dell’Est dopo la caduta del Muro di Berlino.
Scatta prevalentemente in bianconero, privilegia i primi piani, gli istanti catturati al volo. Il genere fotografico? «Reportage a carattere sociale: cerco di dare voce a quell’umanità fatta di singole persone sovente dimenticate dalla cronaca e cancellate dalla Storia». Con le sue immagini ha raccontato guerre, carestie, emergenze umanitarie. Servizi pubblicati su La Stampa, il Venerdì di Repubblica, Time International, Der Spiegel, Geo Japan, The Guardian, Courrier International. Attualmente collabora con il settimanale Famiglia Cristiana.
Nel 2002 ha vinto il Premio giornalistico Reportages di guerra istituito dalla Fondazione Antonio Russo e dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo.
Con un gruppo di colleghi, nel 2007 ha fondato a Torino l’agenzia Sync-photo.
Da oltre un anno segue l’esodo dei profughi in Europa attraverso la Western Balkan Route.